Il melograno è detto zakuro in giapponese ed è una pianta che può raggiungere i cinque metri di altezza, il portamento è decisamente eretto e molto ramificato, occore dire che i rami sono leggermente spinosi. Le piante più giovani presentano una corteccia rossastra e liscia al tatto, mentre sul tronco e sui rami più vecchi la corteccia tende al grigio e appare screpolata alla vista e al tatto.
Le piante particolarmente mature presentano un movimento di corteccia con andamento attorcigliato, è una pianta originaria della lontana Persia, ed è stato introdotto nell’area del mediterraneo già nei tempi antichi. In Italia si trova inselvatichito, nelle regioni del sud, si può incrociare facilmente ed esistono molte varianti di diverse piante che non sono vere e proprie varietà.
Questa pianta predilige i terreni argillosi o sabbiosi, a tendenza calcarea, non sopporta temperature sotto i dieci gradi centigradi e le foglie sono a forma ellittica, intere e sono lunghe fino a sette centimetri, lucenti e opposte.
Nel tardo autunno, prima della caduta, le foglie assumono un colore giallo dorata, il melograno poi fiorisce in giugno o luglio nelle regioni del nord Italia, mentre fiorisce in aprile o maggio al sud. La fioritura produce da uno a cinque fiori sulla cima dei rami, che non fruttificano quasi mai.
I fiori sono molto appariscenti e solitari, ogni singolo fiore è ermafrodito, questi fiori si sviluppano sulla sommità dei rami, sono sottili e sono lunghi fino a quattro centimetri con un calice fuso con l’ovario intero, situato sotto al calice, a forma campanulata e carnosa, di colore rosso vermiglio col tubo saldato all’ovario e il lembo diviso in cinque o sette lobi persistenti. La corolla risulta essere composta da cinque oppure da otto petali, questi petali sono di colore rosso vermiglio e sono presto caduchi, inoltre è composta da numerosi stami con antere gialle.
I frutti sono detti balauste e sono globi formi, di grandi dimensioni, all’inizio sono verdognoli, poi con il trascorrere del tempo diventano gialli e a maturazione completa assumono un colore rosso corallo con sfumature scarlatte.
Quando la buccia si lacera appaiono tre logge dove si trovano una grande quantità di semi rosei e traslucidi, irregolarmente sfaccettati.
Per quanto riguarda il normale melograno, consigliamo di leggere questa guida sulla coltivazione del melograno presente sul sito Coltivazione.net. In questo articolo parliamo invece del melograno bonsai.
Esiste infatti una varietà nana di melograno, con foglie e frutti ridotti in proporzione. Si tratta di una varietà che richiede particolari attenzioni da parte del coltivatore, il melograno è considerato da molti uno dei migliori materiali bonsai e sopporta bene le potature drastiche e la pinzatura continua delle gemme.
Inoltre è facile da raccogliere e da fare radicare. Possiede un grande vigore di crescita, si adatta molto bene al vaso bonsai assumendo un aspetto attraente soprattutto per quanto riguarda la ramificazione che diviene molto fine se si presta particolare attenzione alla potatura dei nuovi germogli.
La propagazione avviene per seme, i semi vanno estratti dal frutto in autunno, vanno asciugati e stratificati in sabbia, vanno seminati al caldo tra i 16 e i 20 gradi centigradi, all’inizio della primavera, in un semenzaio composto di un terzo di sabbia di fiume, un terzo di torba e un terzo di akadama, inoltre va collocato il semenzaio al sole. Nell’arco di tre settimane i semi inizieranno a vegetare.
Il melograno bonsai può essere moltiplicato per talea, occorre prelevare la talea in giugno o luglio e possibilmente vanno raccolte con la parte terminale detta piede. La talea deve essere lunga poco più di dieci centimetri e deve provenire da un ramo che è fiorito l’anno precedente, si eliminano le ultime due foglie della talea e si tagliano le rimanenti a metà, per evitare una eccessiva traspirazione.
Si riempie il contenitore con lo stesso terriccio indicato per i semi e si piantano le talee una per una, lasciando uno spazio di cinque centimetri tra una pianta e l’altra, dopo dovrete bagnarle a fondo e collocarle in un luogo molto luminoso, al riparo da vento e sole.
Dopo un mese è il momento di somministrare concime, inoltre per il primo anno non si dovranno eseguire potature, invece, l’anno successivo, subito dopo il risveglio vegetativo, sarà il momento di trapiantare le talee in vasi da coltivazione, dopo avere tagliato le radici. Occorre proteggere le piante giovani durante l’inverno contro il freddo intenso e tenerle al riparo dalla pioggia persistente per quanto possibile.
La propagazione per margotta si esegue in maggio, si toglie la corteccia ad una parte di tronco dove si desidera che nascano le nuove radici, quindi si ricopre il taglio con sfagno bagnato e si avvolge il tutto con plastica legata saldamente alle due estremità.
Il melograno è una pianta che radica facilmente, dopo poco più di un mese si saranno formate le prime, sottili, radici e si potrà già dividere la pianta nuova dalla pianta madre per sistemarla in una vaso apposito dove la coltiveremo. Riguardo all’esposizione al sole occorre dire che il melograno predilige i luoghi caldi con molto sole, sarà ottimo se la vostra pianta sarà anche ventilata, questo assicurerà una rigogliosa fruttificazione nella stagione appropriata.
Possiamo dire che, sebbene sia una pianta ben resistente al troppo caldo, bisogna ricordare che teme il freddo intenso delle gelate invernali, difficilmente il melograno sopporterà temperature sotto i dieci gradi centigradi e soprattutto non resisterà ad improvvise gelate notturne durante l’inverno.
Un consiglio valido è il seguente, nel nord della nostra penisola, ai primi abbassamenti di temperatura occorrerà proteggere adeguatamente la pianta che andrà riparata in una serra fredda.
Riguardo alla quantità d’acqua da somministrare alla nostra pianta occorre regolarsi in modo che tra una innaffiatura e l’altra il terreno abbia il modo di asciugarsi, un buon drenaggio, inoltre, è utile per un assorbimento completo dell’acqua da parte del terreno. Non bisogna eccedere nelle innaffiature così come non bisogna somministrare una quantità troppo esigua di acqua, dalla primavera in poi, inoltre, occorre innaffiare abbondantemente, prima e dopo la fioritura, In questo modo si permetterà la completa e vigorosa maturazione dei frutti.
Può capitare infatti che un pianta non fruttifichi per la mancanza di acqua o per un apporto insufficiente, ricordatevi quando innaffiate che non bisogna mai bagnare i fiori. Durante i mesi invernali, i vasi che avete portato al coperto in serra fredda, dovranno avere una umidità costante nel loro terreno, questo deve essere umido ma non fradicio d’acqua.
La potatura di formazione riguarda anche rami importanti e principali e si esegue soltanto prima della ripresa vegetativa, quando fate questa operazione ricordate di non tagliare i rametti corti e spinosi. Se volete ottenere frutti da un bonsai di melograno dovete compiere la pinzatura subito dopo la prima fioritura.
Risulta essere possibile tentare di impollinare il melograno in modo artificioso, si riesce ad ottenere il frutto pinzando nel momento giusto e ponendo la pianta in pieno sole, all’aria aperta.