Tra le piante aromatiche più utilizzate nella cucina mediterranea troviamo lo zafferano, non è una pianta difficile da coltivare.
Non è un semplice ingrediente in tante ricette ma un prodotto ricco di sostanze utili tra le quali si distinguono in particolare le vitamine A, B1 e B2 oltre che i carotenoidi.
Lo zafferano origina dall’Asia Occidentale ma è diffuso in tutto il mediterraneo sin dall’antichità. In Italia è coltivato in Umbria, Abruzzo, Toscana, Marche e Sardegna.
Va detto, per iniziare, che si tratta di una bulbosa ovvero di una pianta in bulbo che, come la maggior parte di queste, non ama il ristagno di umidità. Il terreno sul quale andremo a piantare lo zafferano dovrà quindi essere ben drenato e non presentare ristagni d’acqua. Lo zafferano inoltre non gradisce neppure molto la presenza di sassi, che dovremo togliere quindi prima di piantarlo.
Il terreno dovrà essere concimato con una concimazione leggera, un 20 % di azoto, un 35 % di fosforo e un 45 % di potassio generalmente va bene.
Seguiremo piantando i bulbi che acquisteremo di circonferenza di almeno 7 cm se vorremo avere un raccolto già dal primo anno. Facciamo inoltre attenzione che i bulbi siano sani e non attaccati da funghi. I bulbi dovranno essere piantati a un 10 o 12 cm di profondità e con una distanza di un 10 o 15 cm tra uno e l’altro.
Periodo ideale per piantarli è luglio se vorremo poi avere il raccolto disponibile prima dei grandi freddi invernali. Annaffiamo i bulbi dopo averli piantati pur sempre ricordando che comunque non necessitano di molta acqua.
In circa quattro mesi i bulbi matureranno e, quando pronti, spunteranno dal suolo i fiori che si caratterizzano per il particolare colore azzurrovioletto e per la presenza dei pistilli rossi al loro interno che sporgono dalla punta del fiore già quando chiuso.
La raccolta si fa al mattino presto, ideale sarebbe all’alba, prima che i fiori si aprano, e nel periodo tra settembre e novembre, in base a quando sarà stato piantato il bulbo. La spezia è contenuta nei pistilli rossi ma non è possibile staccare solo questi e mantenere salvo e intatto il fiore: si deve per forza staccare l’intero fiore.
I pistilli inoltre non vanno quasi toccati: quindi per estrarre i pistilli bisogna aprire ogni fiore cercando un particolare filetto bianco che tiene uniti i pistilli stessi, che si trova alla base di questi e che appare togliendo i petali del fiore. Staccando questo filo bianco i pistilli si staccheranno facilmente.
A questo punto i pistilli vanno lasciati essiccare al sole, o vicino un caminetto, o comunque in presenza di una fonte di calore asciutta e in un luogo privo di umidità. I bulbi invece verranno lasciati nel terreno: non moriranno e saranno pronti per la prossima stagione.