La coltivazione salvia non è per nulla complessa e qualsiasi persona potrà trovare soddisfazione dal vedere crescere in modo rigoglioso questa pianta sempreverde.
La pianta non supera il metro di altezza e si presta ad essere coltivata sia nell’orto o nel giardino che in vaso sul terrazzo. Esistono due varietà principali, che si differenziano per l’uso: la salvia officinalis albiflora che produce fiori bianchi è quella comunemente usata in cucina per dare sapore ai piatti, particolarmente alle carni, la salvia purpurascens si caratterizza invece per la produzione di fiori dal colore rosso ed è indicata per la preparazione di decotti e tisane.
A rendere più semplice la coltivazione della salvia anche ai meno esperti, il fatto che la pianta resiste tranquillamente alla siccità, vuole l’umido e il caldo. Questo vuol dire che se anche ci si dimenticherà qualche giorno di annaffiarla non è un problema. Al contrario, però, può far ammalare la pianta il ristagno di acqua.
In termini di terreno, la salvia si adatta a essere coltivata su qualsiasi fondo anche se comunque troverà di maggior gradimento un terreno leggero, possibilmente sabbioso o calcareo, ma comunque sempre ben drenato in modo che non si creino ristagni d’acqua che abbiamo detto essere nocivi.
La pianta vuole il sole ma è anche in grado di resistere alle prime gelate. Tuttavia è consigliabile, durante il periodo invernale, proteggere le radici con paglia o corteccia ed eventualmente proteggere la pianta stessa.
Potremo scegliere di seminare la salvia, acquistando i semi che troveremo facilmente sia al supermercato che nei negozi specializzati, ma potremo anche ottenerla per talea, ovvero prelevando con il cortellino un germoglio giovane della pianta e piantandolo nel terreno, a una profondità di circa 3 centrimetri. Il taglio dalla pianta madre va effettuato obliquo, usando una forbice o un cortellino. Al termine della primavera o all’inizio dell’estate, se avremo piantato la talea in un vaso, potremo scegliere di metterle a dimora nell’orto o nel giardino, piuttosto che nel balcone. Ricordiamo, se pianteremo più di una pianta, di lasciare un 30 o 40 centimetri tra una e l’altra per dare loro modo di crescere.
A fine fioritura si effettua la potatura delle piante, rimuovendo tutti i rametti che non servono, usando forbici disinfettate e comunque applicando tagli obliqui. A fine inverno, invece, la pianta andrà pulita dalle foglie secche o malate, usando direttamente le mani.
Il periodo adatto per la raccolta delle foglie, invece, nel caso in cui volessimo fare essiccare la salvia e non mantenerla e consumarla fresca, è qualche giorno prima della fioritura. A tal fine si prelevano i rametti fioriti, applicando tagli obliqui per mezzo sempre di forbici disinfettate.
In termini di malattie, infine, la salvia è una essenza piuttosto resistente ma che, come detto, teme il ristagno d’acqua che causa marciume radicale. Allo stesso modo può essere colpita da peronospora, oidio e ruggine che attaccano particolarmente le foglie delle giovani piante nonché da acari, afidi verdi del pesco e lepidotteri minatori fogliari che potremo contrastare con appositi insetticidi.
Coltivare la salvia è quindi molto semplice.