Come si Mangia l’Hamburger

Anatomia di un’altra mania planetaria: l’hamburger. Se ne parla parecchio, e si mangia in continuazione,come fosse una vera ossessione.

Un panino diverso da tutti gli altri, per nulla snack contrariamente a chi lo vuol fare credere, un pasto a tutti gli effetti.

Anche qui pochi, ma necessari ingredienti: soffici pagnotte, carne scelta con cura, il formaggio (quello giusto), la lattuga come elemento croccante. E poi, chi più ne ha più ne metta. A una condizione però: non rovinare il fondamentale sapore del manzo, vero pilastro dell’hamburger-torre.
Ma ricordate: per poter mangiare un hamburger dalle proporzioni mastodontiche bisogna essere dei maestri.

Sapore.
I tre pilastri del buon sapore sono un incrocio simultaneo di piaceri diversi, quali la carnosità, la dolcezza e la freschezza. I vari ingredienti possono avere una o tutte queste caratteristiche.

Carne.
Carne di manzo, quella per un hamburger autentico. Carne tritata con un pizzico di sale e di pepe. Nessun altro elemento aggiunto: no alle erbe, no alle spezie. Carne di manzo nuda e cruda. Se volete fare di testa vostra fate pure, poi non lamentatevi del risultato!
Altre carni possono essere impiegate nella realizzazione, come il tacchino o il pollo (ma poi risulterebbe troppo asciutto), il maiale (troppo grasso) o l’agnello (troppo saporito). Oppure ancora, ceci e lenticchie, o falafel, per chi ama l’hamburger veg… Mah!
Alla carne giusta, ricordate, non servono abbondanti cariche di salse e salsine.
Non si può semplicemente prendere qualsiasi cosa abbia le sembianze di un pezzo di carne trita pressata in maniera circolare e chiamarlo hamburger! Su, dai, non prendiamoci in giro.

Pane.
Pan brioche? Mmh, non saprei. Se fosse troppo dolce distoglierebbe l’attenzione dal resto dei sapori.
Pane bianco neutro o lievitato naturalmente con sparsa una gentile quantità di semi di sesamo in cima, dotati di potere scricchiolante.
Il sapore del pane non è fondamentale, lo è piuttosto la consistenza: leggera, morbida, quasi come l’aria che si respira. Deve sapersi modellare con la pressione delle dita, senza sbriciolarsi.
Le dimensioni contano eccome: tralasciando la forma circolare, scontata, non deve mai essere più grande della carne al suo interno. E’ un must, non si sgarra.

Contorni e condimenti.
Pochi. Per favore. Non è il tacchino ripieno del giorno del Ringraziamento, è un hamburger.
Lattuga sì, pomodoro sì, cipolla dolce sì, cetriolini sì o no (vi lascio la scelta), ketchup e maionese sì, senza esagerare.
Supplementi (da usare con moderazione): senape, bacon, ancora cetrioli, formaggi particolari.
Da evitare assolutamente avocado, funghi, peperoni, salse non adatte all’hamburger (quindi tutte le altre salse rispetto a quelle sopra), cipolle caramellate o fritte, mais, uova e poi sbizzarritevi a trovare ciò che non è adatto.

Formaggio.
Va dedicato un breve paragrafo all’elemento più rilevante subito dopo la carne. La scelta del formaggio adatto per la costruzione di un hamburger è sempre faccenda delicata: feta, brie, taleggio, gorgonzola, formaggio fuso di ogni gusto. Ecco, non sono questi i formaggi opportuni, sebbene possano risultare piacevoli se inseriti in piccole quantità.
Abbastanza fuori luogo il Parmigiano, la mozzarella o il formaggio di capra. Scordateveli.
Le parole d’ordine sono: toma piemontese, asiago stagionato, monte veronese, montasio. Si fondono alla perfezione in eufoniche sinfonie palatali. Ancora meglio il cheddar, a patto di trovarlo. Oh sì, quel formaggio dal colore simil-nucleare, di un arancio acceso che fa luce solo a tirarlo fuori dal frigorifero. Lui.

Consigli aggiuntivi.
L’hamburger si mangia con accanto delle buone, ottime patatine fritte. Stop. Non inventatevi ulteriori contorni perchè non esistono.

Bibite.
Birra artigianale o Coca-Cola. Sono tradizionalista in queste circostanze e non ammetto innovazione, riforma, mutamento.

Ultimo appunto, l’hamburger, per chi ancora non lo sapesse o non se lo fosse messo bene in testa si mangia solo con le mani. Se siete troppo schizzinosi per farlo fino in fondo, spaventati della goccia di ketchup che potrebbe sporcare i vostri pantaloni nuovi, allora lasciate perdere. Non siete portati, semplicemente. E non siete dei veri temerari.

Martina Silvi

Sono uno casalinga appassionata di cucina e decorazione d'interni. Ho iniziato questo sito per condividere consigli per rendere la casa accogliente e confortevole.