In questa guida spieghiamo quali sono i tessuti sintetici.
Anche se la fabbricazione di fibre sintetiche ha effetti nocivi per l’ambiente, visto che prevede un alto consumo di energia e si basa sull’utilizzo di composti chimici, tessuti di questo materiale non danneggiano chi li indossa; comunque è sempre meglio lavare l’indumento prima di metterlo.
Fibra acrilica
L’acrilica è una fibra che deriva dal petrolio. Ha un aspetto simile a quello della lana, denso, dovuto alla sua arricciatura, ma non le stesse qualità. Le fibre acriliche vengono spesso mischiate a quelle naturali; questo perché rendono il tessuto più morbido, facile da curare e ne riducono l’infeltrimento. Sono fibre acriliche, per esempio, il leacril, il velicren e il raion. Soffici e malleabili al tatto, sono resistenti e non si restringono quando si lavano. Inoltre tessuti fabbricati con queste fibre si asciugano rapidamente e si sgualciscono di rado; non subiscono i danni causati dalle tarme, assorbono poco l’umidità, non si strappano facilmente e sono resistenti alle sfregature. Oltre a caricarsi facilmente di energia elettrostatica, bisogna però fare attenzione, perché queste fibre sono infiammabili.
Clorofibra
La clorofibra è una fibra al cui interno si trova cloruro di vinile; questa sostanza viene usata principalmente negli indumenti per proteggere dalla pioggia. E’ meglio non avere contatti diretti sulla pelle con vestiti contenenti questa fibra; inoltre va ricordato che produrre policloruro di vinile, o PVC, ha un forte effetto inquinante. La clorofibra è un ottimo isolante in caso di temperature rigide, sopporta bene l’acidità e la liscivia; tuttavia si carica facilmente di energia elettrostatica e, a temperature superiori ai 60°C, può restringersi (quando si stira, non bisogna quindi mantenere il ferro eccessivamente caldo). E’ molto simile all’acrilica, e, come questa, è infiammabile. Bisogna infine ricordarsi che il policloruro di vinile non va lavato in modo chimico.
Acetato e triacetato
L’acetato e il triacetato sono fibre sintetiche costituite da acido acetico e cellulosa (cioè il materiale di scarto del cotone) lavorate con cloruro di zinco o acido solforico. Le fibre di questo tipo risultano soffici e malleabili al tatto, nonché molto flessibili e poco sgualcibili. Inoltre non vengono aggredite dalle tarme, non si restringono quando vengono lavate e hanno asciugatura rapida. Tuttavia vanno lavate a temperature molto basse, sono poco assorbenti e si caricano con facilità di energia elettrostatica. Bisogna fare attenzione perché queste fibre sono altamente infiammabili e reattive al calore: quando si stirano tessuti di questo materiale occorre tenere il ferro alla temperatura minima. Essendo di acetato, non vanno inoltre trattati con detersivi a base di acetone, che potrebbero scioglierli.
Cupro
Il cupro è una fibra artificiale contenente cellulosa, con proprietà simili a quelle della viscosa. In certi Stati è proibita la sua fabbricazione in quanto è altamente inquinante.
Elastan
L’elastan è una fibra sintetica mista, il cui 85% è rappresentato da poliuretano. Ha il vantaggio di essere una fibra morbida, elastica e flessibile. Pur essendo una fibra “a lunga durata”, resiste poco al calore. Ha proprietà simili alle fibre acriliche, e, come queste, è infiammabile.
Lycra
La lycra è formata soprattutto da poliuretano, come l’elastan. Essa appartiene alla categoria dei filati elastici: è possibile allungare questa fibra fino a raggiungere sette volte l’ampiezza iniziale.
Microfibra
Le microfibre possiedono un diametro molto ridotto (qualche micron) e sono costituite da poliesteri o poliammidi; ne sono esempi il pile, il tactel e l’alcantara. Le microfibre hanno il vantaggio di essere soffici, impermeabili e sottili. Inoltre sono traspiranti in quanto non bloccano l’umidità.
Poliestere
Il poliestere è una fibra che origina dal petrolio: grazie alla sua realizzazione è ora possibile creare indumenti in grado recuperare la conformazione inziale, come se fossero cioè dotati di una specie di memoria. Indumenti costituiti da tessuti di poliestere sono quelli chiamati ”lava e indossa”. Un esempio di questo tipo di tessuto è il terital, che non ha bisogno di essere stirato. Questa fibra ha il vantaggio di sopportare la luce e di non disgregarsi; tuttavia non ha effetti piacevoli se indossato direttamente sulla pelle, in quanto non assorbendo bene l’umidità, vi si attacca. Inoltre attrae la polvere, Simile alle fibre acriliche e le fibre poliammidiche, è infiammabile.
Fibra polipropilenica
Le fibre polipropileniche vengono fabbricate utilizzando un derivato del petrolio e trovano impiego principalmente nei tessuti per la biancheria intima sportiva. E’ una fibra la cui produzione non prevede alti costi, e per questo motivo, viene aggiunta ad altri tipi di filato per rendere certi indumenti meno costosi. Ha inoltre il vantaggio di essere molto leggera, inalterabile dall’acqua e di non caricarsi di elettricità elettrostatica (anche se non assorbe l’umidità). Questo materiale viene utilizzato sia nella fabbricazione di pannoloni e indumenti sportivi, sia per pavimentare i campi da tennis e le piscine: questo perché conserva il calore, insonorizza e non si danneggia facilmente. La fibra polipropilenica, toccandola, appare lanosa; è molto resistente e per questo, non rischia abrasioni o rotture. Pur essendo molto sottile, conserva il calore. Infine, è in grado di espellere la poca umidità che assorbe.
Fibra poliammidica
La fibra poliammidica, o nylon, è una fibra che origina dal petrolio. Essa presenta una colorazione bianca e può ingiallire: per questo motivo occorre lavare i tessuti costituiti da questa fibra con detersivi sbiancanti ottici, che però hanno un effetto inquinante sull’ambiente. Il nylon è altamente estensibile; simile alle fibre acriliche, è infiammabile. Il neoprene è una specie di gomma sintetica che è possibile filare: viene utilizzata di solito per fabbricare tubature, tute da sub o guarnizioni. Questa fibra viene anche usata per i tessuti di maglioni ultraresistenti e non permeabili dall’ozono.
Fibra poliuretanica
Un’atra fibra che deriva dal petrolio è la poliuretana, che viene utilizzata per fabbricare l’elastan. Gli indumenti destinati a proteggere dalla pioggia sono fabbricati con questo materiale. Per creare l’alcantara e altri tipi di cuoio finti, viene combinata con il poliestere.
Viscosa
La viscosa è una fibra artificiale di cellulosa, che viene sovente mischiata con le fibre naturali. Il rayon è un’altra fibra simile alla viscosa, ma ottenuta con lavorazioni differenti. La viscosa appare morbida e liscia. Toccandola, a seconda del metodo con cui è stata filata, assomiglia alla seta, al cotone o alla lana. Questa fibra è resistente alle tarme ed è in grado di assorbire il sudore; se gonfiata, non permette all’aria di passare. Bisogna trattarla con cura in quanto, come spesso è scritto sull’etichetta, può restringersi; inoltre le macchie di sudore sono difficili da lavare, anche con lavaggi chimici, che possono comunque deformare l’indumento creando degli ingrossamenti. Si stropiccia con facilità, ma, se unito a fibre sintetiche, può essere stirato (mantenendo però il ferro a temperature non troppo elevate). Bisogna avere cura nei lavaggi perché si strappa e si restringe facilmente: per questo motivo gli indumenti fabbricati con questo materiale vanno lavati senza centrifugare e utilizzando il programma per i capi delicati. Sull’etichetta del vestito sono comunque descritte tutte le indicazioni per averne cura. Infine ricordiamo che anche le cuciture si rompono facilmente, che è un materiale infiammabile, e che non va lavato utilizzando l’ammorbidente.
Modal
Un’altra fibra con composizione uguale alla viscosa, ma prodotta con lavorazioni differenti è il modal. Simile al cotone, è altrettanto comodo quando lo s’indossa. Ha il vantaggio di non perdere la propria forma quando si lava, ma, come l’acetato, ha lo svantaggio di essere infiammabile.