Un tempo indispensabili per riscaldare la casa, i camini continuano ad essere molto apprezzati. Tradizionali o di linea moderna, a legna o a gas, alcuni modelli possono anche sostituire la caldaia. Quindi abbiamo camini per tutti i gusti e per tutte le esigenze. Infatti questi recenti modelli abbinano una resa termica sempre più elevata a rivestimenti esterni, adattabili, per forma e dimensioni, anche a spazi ridotti.
Ecco, qui di seguito, una guida pratica per valutare la possibilità di farsi costruire un camino e perchè no, se esperti nel settore, di costruirlo da soli. Tuttavia, in qualsiasi modello, devono essere necessariamente rispettate le caratteristiche di alcuni componenti che riguardano canna fumaria, comignolo e apertura obbligatoria per migliorare il tiraggio.
Anche l’ambiente attorno al camino è importante perchè la funzione del caminetto non è solo quella di riscaldare ma di rilassare e perchè no, invitare alla lettura.
Di conseguenza, vi offriamo una lettura attenta volta ai tipi di camino, ai rivestimenti, ai progetti proposti e all’arredamento adeguato, oltre che alla corretta manutenzione da effettuarsi all’inizio dei mesi autunnali e alla fine di quelli primaverili.
Riscaldamento casa
I camini, seppur con qualche rivisitazione in chiave moderna, sono e sono stati sempre apprezzati. Infatti nulla può valere di più di una bella serata passata davanti al focolare, al caldo. E non è solo l’atmosfera e la bellezza suggestiva che colpisce ma anche la maggiore funzionalità e il rendimento superiori rispetto a quelli del passato che convince ad acquistarne uno.
I rivestimenti poi, se scelti con gusto danno un tocco di classe al camino e all’ambiente circostante ma prima di passare a questa fase finale puramente estetica dobbiamo soffermarci sulla sua costruzione, passo per passo e nel dettaglio con qualche suggerimento utile anche per i più esperti.
Se vogliamo fare un paragone tra stufa e camino vedremo che le differenze riguardano soprattutto le dimensioni e la resa termica ma per l’evacuazione dei fumi, in entrambi i tipi di impianto bisogna prevedere una canna fumaria autonoma, non collegata cioè ad altri apparecchi termici. Anche i camini moderni, seppur in modo leggermente inferiore rispetto alle stufe, assicurano un elevato rendimento, spesso di più dell’80-85%, basse emissioni di anidride carbonica e grande praticità d’uso.
I caminetti a seconda delle necessità, possono essere un complemento all’impianto di riscaldamento oppure la fonte primaria di calore della casa. Se consideriamo il combustibile necessario per l’accensione del caminetto non possiamo che trovare ulteriori vantaggi: infatti il legno oltre a essere naturale e a basso impatto ambientale, è anche rinnovabile e reperibile in grande quantità. Abbiamo sostanzialmente 4 tipi di camini che si distinguono non solo per il design ma anche per rendimento termico e praticità d’installazione. Il primo camino sul quale ci sofferemo è quello detto “a focolare aperto”. I caminetti a cui si fa riferimento sono quelli tradizionali incassati nel muro e quelli prefabbricati che si discostano dai classici camini in muratura del passato, però entrambi i modelli hanno il focolare aperto con conseguente dispersione del calore elevata.
I camini prefabbricati sono venduti in kit pronti per il montaggio: per installarli non è quindi necessario effettuare lavori di muratura o danneggiare il pavimento. La quantità d’aria necessaria per un buon funzionamento è però 2-3 volte superiore a quella che serve per il focolare chiuso.
A dispetto della maggiore dispersione termica questi modelli offrono il vantaggio di una migliore resa termica per la possibilità di impiegare materiali termoisolanti e camere stagne mentre dal punto di vista estetico, permettono di scegliere il rivestimento esterno più indicato per l’ambiente in cui sono inseriti.
Un secondo tipo di camino in uso è quello monoblocco che presenta caratteristiche più simili ad una stufa a legna, con focolare chiuso da vetri e deflettori interni per migliorarne il rendimento. Sono i modelli di camino oggi più diffusi e più semplici da installare e possono essere utilizzati anche come elemento di separazione tra gli ambienti.
La scocca interna è in acciaio e il focolare è protetto da una porta in vetro temperato: funzionano solo quando è chiusa. La resa è superiore anche del 70% rispetto ai camini aperti e quindi consumano meno.
Il camino monoblocco è facili da pulire e risistemare: ha tre lati del vano di combustione chiusi con lastre di vetro. Due di queste, quelle laterali, sono apribili anche ad anta, per consentire sia la pulizia interna, sia un caricamento agevole della legna. La facilità di accesso alla camera interna permette di sostituire gli eventuali elementi deteriorati o soggetti a usura operando direttamente dallo sportello, senza dover rimuovere o smontare rivestimenti e altri componenti della struttura.
Il rivestimento interno della camera è di argilla refrattaria, che trattiene un’elevata quantità di calore diffondendolo in modo uniforme nell’ambiente. Alcuni modelli sono dotati anche di un sistema di alimentazione dell’aria primaria che consente di mantenere la visione chiara della fiamma: lo scorrimento, lungo il vetro, di una cortina di ossigeno lo mantiene costantemente pulito.
Un altro modello è il camino delle cucine di una volta riproposto in chiave tecnologica. Allora serviva a cuocere le vivande e a scaldare l’ambiente. Oltre ad avere queste funzioni, oggi si può collegare ai piani di cottura in vetroceramica e in alcuni casi trasformarsi anche in termocamino.
Ed infine abbiamo i termocamini in grado di alimentare l’impianto di riscaldamento di un’intera abitazione di 4-5 locali. Funzionano in modo simile a una caldaia. Sono collegati a un sistema di condutture che trasporta il calore ai corpi scaldanti e sono in grado di produrre anche acqua calda sanitaria.
La parte più importante di un camino è il focolare, nel quale avviene la combustione. Il focolare deve essere rivestito internamente in materiali refrattari, come terracotta e maiolica, che resistono a temperature superiori anche a 1200 °C. Architrave e piedritti sono le travi, orizzontali e verticali, che racchiudono il focolare.
Al di sotto di questo si trova il cassetto per la raccolta della cenere. Le griglie poste sul pavimento del focolare tengono sollevata la legna e facilitano l’aerazione e con essa la combustione, nonché la raccolta della cenere.
La cappa interna serve a raccogliere i gas prodotti dalla combustione e a convogliarli, tramite il tiraggio, verso la canna fumaria. Da questa vengono poi espulsi all’esterno attraverso il comignolo. Diverse possono essere le tipologie di camino. Il più diffuso è quello in cui la parete di fondo del focolare è inclinata in avanti in quanto questa forma consente di facilitare la risalita dei fumi e l’irradiamento del calore nell’ambiente.
Per quanto riguarda la posizione il camino situato al centro del soggiorno è una soluzione di forte impatto estetico, ideale per gli ambienti di grandi dimensioni. Più minimalista è invece il focolare all’interno del muro, senza cappa a vista e che lascia sporgere solo il rivestimento esterno. Questi modelli, con il focolare incassato al muro, vengono detti anche cornici.
Sporgono all’esterno di circa 15-25 cm e possono essere rivestiti in marmo, granito, pietra o metallo. Comunque tutti i camini hanno di solito un rivestimento estetico che nasconde la canna fumaria.
Canne fumarie
Per installare un camino nella propria abitazione non occorre chiedere autorizzazioni, che invece servono per la canna fumaria. Se si abita in condominio, bisogna tuttavia avvisare gli altri proprietari, sia se ne venga realizzata una nuova canna fumaria, sia che ci si colleghi a un condotto condominiale. Sarebbe meglio chiedere il consenso scritto ai condomini dopo aver presentato il progetto, per evitare successive contestazioni.
Una prima cosa da rispettare sono le norme di sicurezza riguardanti il tiraggio e quindi l’evacuazione dei fumi. Il tiraggio è una conseguenza della circolazione naturale che si crea tra il flusso d’aria calda, che tende a salire lungo la canna fumaria, e l’aria fredda che si trova lungo il percorso.
La circolazione per essere ottimale deve essere garantita da alcune caratteristiche della canna fumaria, come il materiale in cui è realizzata, la sua forma e la sezione. Il materiale della canna fumaria deve essere in conglomerato cementizio, ghisa o acciaio inox.
Questo tipo di materiale è indicato per le sue pareti lisce in quanto permette una salita ottimale del fumo. La forma preferibile è quella circolare in quanto il fumo, salendo a colonna, è in grado di riscaldare la canna fumaria in modo uniforme con un tiraggio migliore.
La sezione, cioè la superficie interna della canna tarata orizzontalmente, viene calcolata in funzione dell’altezza. I due fattori sono inversamente proporzionali tra di loro. Inoltre si deve tenere presente che aumentando l’altitudine deve aumentare anche la sezione della canna e che questa deve essere valutata anche in base all’apporto di combustibile. Il calcolo della superficie deve essere eseguito da chi ha progettato il caminetto.
Ora passiamo alla fase successiva cioè quella della posa in opera. La canna fumaria deve essere installata in verticale. Se non è possibile, dovete evitare delle strozzature lungo il percorso, mantenendo un’angolazione di 45° e nell’unire i pezzi che formano la canna fumaria, bisogna sigillare bene per evitare eventuali dispersioni di fumo.
Dopo aver installato correttamente la canna fumaria e il comignolo bisogna tener in conto che per legge è obbligatorio inserire una presa d’aria esterna per assicurare il prelievo di ossigeno necessario e quindi un ottimo tiraggio dei fumi. In altro modo bisogna operare nel caso in cui durante l’installazione di un camino si voglia sfruttare una canna fumaria già esistente. Prima di tutto negli edifici vecchi o d’epoca, occorre valutare prima le condizioni, i materiali e le caratteristiche della canna fumaria.
Infatti bisognerà verificare che la sezione della canna fumaria sia abbastanza ampia da consentire il corretto smaltimento dei fumi e se il condotto è fatiscente deve essere riportato alle condizioni ottimali per garantire un buon funzionamento.
Va prevista, inoltre, un’adeguata coibentazione con materiale refrattario e inserito un nuovo condotto di forma cilindrica, che aumenti il tiraggio. Per fare ciò, la sezione della canna fumaria esistente deve poter contenere il nuovo condotto.
Un’altra parte molto importante del camino è il comignolo, che ha la funzione di disperdere all’esterno i fumi provenienti dalla canna fumaria. Risulta essere importante che esso venga ben progettato e costruito, in modo tale da non compromettere il buon funzionamento della canna fumaria. Risulta essere altrettanto essenziale che il comignolo sia a servizio esclusivo di un’unica canna fumaria indipendente e che il tratto di questa che sporge dal tetto, a contatto con l’esterno, sia bene isolato.
La norma Uni 7129 prevede che il comignolo abbia una sezione utile di uscita almeno doppia rispetto alla canna fumaria e che sia posto all’altezza di almeno un metro rispetto al colmo del tetto. Il comignolo deve inoltre impedire la penetrazione, nella canna fumaria, di pioggia o di neve e deve essere assicurato lo scarico dei prodotti della combustione, anche in presenza di venti in ogni direzione o inclinazione. Per questo è opportuno che il comignolo sia progettato in modo antivento e che venga dotato di profili alari.
Dove posizionare il camino e la giusta dimensione
Per installare un camino può bastare uno spazio di poco superiore al metro, se si scelgono i modelli a parete, ad angolo o a cornice. Alcuni non richiedono nemmeno opere murarie, in quanto sono predisposti per essere appoggiati al pavimento e collegati direttamente alla canna fumaria.
Per quanto riguarda la posizione non esiste una ideale per il caminetto in quanto dipende dall’ubicazione della canna fumaria. È però importante che non sia troppo lontano dal condotto principale dei fumi. Per quanto riguarda le dimensioni del camino esse devono tener conto dell’ambiente in cui verrà collocato.
Sarà quindi opportuno calcolare la cubatura del locale e inserirvi poi un modello di grandezza adeguata, sia per quanto riguarda le dimensioni della bocca del focolare sia per quelle della canna fumaria. In un camino di tipo tradizionale l’altezza della bocca del focolare dovrebbe essere pari a quella della cappa. Per la canna fumaria, l’altezza ottimale, comignolo compreso, deve essere circa sette volte la somma dell’altezza della bocca del focolare e della cappa.
Esiste inoltre un’altra regola che prevede che la larghezza, l’altezza e la profondità della bocca del focolare stiano in rapporto 6:5:4. Bisogna infine tener presente la dimensione e la forma di ogni ambiente.
Un camino posto all’estremità di una stanza lunga e stretta, per esempio, difficilmente irradierà calore fino all’altra estremità. Se la camera è quadrata, invece, qualunque sistemazione sarà efficace, anche in un angolo.
Legna per i camini
Le fonti rinnovabili, a differenza di quelle non rinnovabili, sono le fonti per la produzione di energia non soggette a esaurimento, in quanto ricavate da materie prime rinnovabili. Un esempio sono appunto gli alberi da cui si ricava la legna, che si possono ripiantare o coltivare appositamente. Le maggiori fonti in questione sono: la legna, i tronchetti pressati e il pellet.
La legna è il combustibile più tradizionale, usato per camini e stufe. Il rendimento dipende dal tipo di essenza e dalla stagionatura. Poi abbiamo i tronchetti pressati sono fatti con scarti di legno tagliato in piccoli pezzi e poi pressati per ridurre ai minimo l’umidità. Sono adatti per l’accensione dei camini. Ed infine il pellet ottenuto comprimendo materiali naturali di scarto ed è quindi un combustibile ecologico. Si usa solo per stufe dotate di meccanismi appositamente, predisposti.
I camini funzionano a legna, le stufe si alimentano con diversi tipi di combustibile e conoscerne le caratteristiche aiuta a fare scelte vantaggiose anche per l’ambiente. Il riscaldamento delle case è una delle principali fonti di inquinamento; infatti per disporre di energia termica si utilizzano combustibili che, bruciando, producono residui tossici, dispersi poi nell’atmosfera. Anche la legna, usata per alimentare camini e stufe, sprigiona durante la combustione agenti inquinanti come ossido di azoto, anidride carbonica e fuliggine ma non produce anidride solforosa.
La combustione di queste sostanze si inserisce inoltre in un ciclo naturale: l’anidride carbonica sviluppata ritorna nell’atmosfera ed è riutilizzata dalle piante nel corso della loro crescita. Tuttavia i più avanzati sistemi di combustione realizzati dai produttori di camini hanno diminuito la produzione di agenti inquinanti.
Il vantaggio della legna deriva proprio dal fatto che con uno sfruttamento controllato e adeguati programmi di coltivazione e rimboschimento degli alberi, può essere un combustibile ecologico e di buona resa, che non impoverisce la natura e per evitare di togliere risorse all’ambiente senza rinnovarle, si può utilizzare anche legna di recupero, scartata per esempio dai cantieri edili.
Come abbiamo già detto i camini funzionano a legna ma anche con ciocchi o con tronchetti pressati. Questi ultimi, che si vendono in pratiche confezioni, sono comodi soprattutto per l’accensione. Non sostituiscono però del tutto la legna, perché sono più costosi e meno adatti per una lunga combustione.
Se si vuole utilizzare esclusivamente la legna per alimentare i camini, è consigliato utilizzare quella dolce per l’accensione e quella con consistenza media per creare la brace necessaria a far durare a lungo il fuoco mentre per il solo mantenimento bastano ceppi da ardere di circa 40 cm di lunghezza. Per una buona resa, uno dei requisiti più importanti che deve avere la legna è la corretta stagionatura del legname, che determina il giusto grado di umidità che deve essere intorno al 10-15%.
Per quanto riguarda il tipo, la legna dolce si accende facilmente, ma si consuma anche in fretta. Quella forte, più compatta, ha una combustione lenta con fiamme corte, ed è più adatta al riscaldamento. Una raccomandazione: non usate la legna trattata con vernici che possono sprigionare residui inquinanti e conservate la legna in un luogo riparato, asciutto e ben aerato, già tagliata in pezzi adeguati al focolare per il quale sarà impiegata.
Passiamo ora a parlare del costo che la legna da ardere può avere. I prezzi sono diversi a seconda delle zone: in montagna, dove è facile reperirla dai fornitori locali, costa meno che in città o al mare ed inoltre proprio nelle zone montuose, d’estate, si può anche fare scorta di legna nei boschi con i propri mezzi.
I prezzi oscillano tra 10 e 17 euro al quintale considerando che il consumo di legna con umidità del 20% in un camino monoblocco è di circa 3-5 kg ogni ora. Una confezione da 20 kg di tronchetti pressati, costa invece circa 3,5 euro.
Arredamento vicino al camino
Accogliente e riposante. Così deve essere lo spazio che circonda il camino con elementi d’arredo e rivestimenti che rendono l’ambiente ancor più rilassante. Magari si possono posizionare dei cuscini a terra.
Facili da spostare, sono comodi quando ci si vuole sedere vicino al focolare. Anche le poltrone da disporre davanti al camino sono un’ottima soluzione ma evitate di avvicinare troppo al focolare quelle in midollino e, soprattutto, quelle con rivestimenti in pelle, che possono danneggiarsi con il calore.
Per quanto riguarda la pittura vicino al camino quella consigliata è l’idropittura e gli smalti, opachi o lucidi, perché sono lavabili, e permettono di rimuovere, facilmente eventuali aloni di fumo. Da evitare, invece, sono i rivestimenti in carta o tessuto perché con il calore che si propaga dal camino potrebbero staccarsi più facilmente. La disposizione dei mobili dovrebbe essere fatta in modo tale da non ostacolare il passaggio e la visione del fuoco acceso.
Magari una buona soluzione sarebbe quella di sistemare tavoli bassi ai lati del camino. Quelli modulari che si possono che si possono unire e quelli con due ripiani, permettono di avere superfici di appoggio in più. Ed ora un ultimo sguardo al pavimento in legno e alla moquette.
Bisogna tener conto che queste superfici possono essere danneggiate da cenere e faville, se non si prevede una lastra parabrace a pavimento davanti al camino; ecco perchè sono consigliati i pavimenti in cotto trattato e quelli in ceramica che non si danneggiano con eventuali schizzi di materiale incandescente e si puliscono facilmente.
Rimettere in funzione il camino
Prima di accendere un camino che è rimasto inutilizzato per anni, bisogna controllare che la canna fumaria non sia sporca o danneggiata. Una revisione al sistema di tiraggio va comunque effettuata ogni anno. Polvere e fuliggine, ma anche oggetti caduti accidentalmente, impediscono il funzionamento della canna fumaria del camino. L’ispezione del condotto, indispensabile prima di rimettere in funzione il focolare, deve essere affidata a personale specializzato.
Il controllo della canna fumaria serve anche per verificare che non sia danneggiata. In questo caso è possibile sostituirla con una nuova, conforme alle norme recenti. In genere si utilizzano canne fumarie coibentate in refrattario, per esempio quello ceramizzato, oppure in acciaio inossidabile. In una casa d’epoca può capitare che a una canna fumaria siano collegati più camini.
In base alla normativa attuale questo non è più possibile e ogni focolare deve avere un proprio condotto indipendente per l’evacuazione dei fumi e nella stanza dove c’è il camino bisogna prevedere un foro per l’aerazione costante.
Se il problema è il ritorno dei fumi potrebbe essere causato da un raccordo non idoneo tra il focolare e la canna fumaria, quando per esempio questa non è sulla verticale del camino. Il ritorno dei dumi si risolve utilizzando un raccordo con un’inclinazione non superiore al 45°, senza strozzature e spigoli interni.
La stessa inclinazione deve essere prevista anche per raccordare il condotto alla cappa del camino. Meglio ricordare che per evitare ritorni di fumi nella stanza, l’uscita della canna fumaria sul tetto non deve avere ostacoli per un raggio di almeno 8 metri.
Inoltre, il comignolo deve sporgere, rispetto alla linea di colmo della copertura, di minimo 1 metro. In una stanza, due canne fumarie, o una di queste e un vano scala, creano depressioni d’aria che pregiudicano il funzionamento della canna fumaria.
Pulire e controllare il camino dopo l’inverno
Dopo essere trascorso l’inverno passeranno mesi prima di riutilizzare il caminetto, ecco che allora è proprio questo il periodo giusto per fare la revisione. Ci si può occupare da sé del focolare, ma per la canna fumaria occorre rivolgersi a un tecnico.
Prima di tutto bisogna eliminare la cenere ripulendo il fondo e la base del focolare, quindi spazzolare e lavare. Se la si rimuove con paletta e scopino, proteggere occhi, naso e bocca e per non inalare i pulviscoli che si sollevano, bagnare leggermente la cenere prima di raccoglierla.
Un lavoro più “pulito” si fa con l’aspiracenere, un apparecchio che si collega al tubo dell’aspirapolvere e che convoglia il materiale aspirato in una camera di decantazione, senza che l’aspirapolvere sia danneggiato. Dopo aver tolto la cenere verificate che il rivestimento del focolare sia in perfette stato, per impedire al calore di intaccare il muro retrostante il camino. Se è in mattoni refrattari, controllate che siano allineati e che la malta nei giunti sia integra. Se non lo è, passare un mastice refrattario nelle fessure.
Verificate lo stato delle travi in legno messe sopra il focolare come mensola. Se sono scurite dalla fuliggine, ripulitele con un decerante, quindi rimuovete lo sporco con lana d’acciaio imbevuta di detergente per legni. Passate un panno morbido su tutta la superficie e, se necessario, un prodotto schiarente per ravvivare il colore originale del legno.