Negli ultimi anni si è compresa sempre più la necessità di accompagnare l’invio di un CV con una lettera di presentazione, anche se non sono in tanti ad essere in grado di scriverne una correttamente, in quanto molti non hanno ancora bene in mente quale debba esserne l’obiettivo e spesso si limitano a replicare in forma discorsiva quanto già riportato nel curriculum.
Per prima cosa, una buona lettera di presentazione andrebbe sempre indirizzata al mittente specifico e ciò per evitare che chi legge (l’imprenditore in persona, l’addetto alla selezione del personale o altri) abbiano la sgradita percezione di una lettera generica, scritta una volta per tutte e uguale per ciascun tipo di destinatario. Poiché in ballo c’è un posto di lavoro e sapendo che chiunque, nel mondo degli affari come nella vita privata, gradisce essere al centro dell’interesse e delle attenzioni altrui, un riferimento specifico serve. Per cui, la lettera di presentazione dovrebbe iniziare con “Alla Cortese Attenzione di XXXXXX” o con “Spettabile XXXXX”. Di seguito, potrà iniziare la presentazione vera e propria, ossia Sono un ragioniere di 25 anni.
Un altro elemento fondamentale per una buona lettera di accompagnamento al curriculum è la brevità. Ciò significa che in poche righe bisogna essere in grado di segnalare le proprie qualità, il proprio valore. Mediamente, una lettera dovrebbe essere lunga una quindicina di righe, per cui evitate di scrivere un romanzo sulla propria esistenza. Anzitutto, perché non interessa proprio a nessuno; secondariamente, perché chi mette un annuncio, generalmente riceve decine, centinaia o forse migliaia di CV. Vi immaginate se per ciascun candidato si dovesse leggere un malloppo? E’ chiaro che il selezionatore tenderà anche incosciamente a scartare lettere prolisse, anche perché la sintesi è un dono, che nel mondo del lavoro vale.
Passiamo adesso al contenuto: ma cosa ci devo scrivere? Abbiamo già detto che non bisogna fare una copia in forma descrittiva del proprio CV, ma bisogna riportarvi le proprie esperienze salienti a livello scolastico, professionale e anche di altro tipo. Ad esempio, se si è viaggiato all’estero per motivi di studio o anche solo come esperienza di vita o ancora per racimolare qualche soldo in qualità di cameriere a Londra, ciò va scritto, perché seppur non considerato attinente all’attività per la quale ci si candida, tuttavia, dimostra un certo grado di apertura mentale, nonché umiltà nel darsi da fare.
Tornando alla forma, è importante non parlare di sé in terza persona, bensì in prima persona (“Io ho lavorato alle dipendenze di ….” e non “il sottoscritto/Mario Rossi ha lavorato alle dipendenze di ….”). Potrebbe sembrare un aspetto secondario, ma si tratta di una delle segnalazioni maggiormente inviate dalle agenzia di selezione del personale, che sostengono come una presentazione in terza persona sia controproducente, mostrando distacco e forse eccessiva glorificazione di sé. In altri termini, la cosa rende antipatici a pelle, ci fa sembrare “montati”.
Potrebbe sembrare un consiglio superfluo, ma evitate qualsivoglia tipo di errore grammaticale o ortografico. Non fidiamoci ciecamente dei corretti automatici, perché potrebbero sostituire un errore con un altro o nemmeno individuare dove abbiamo commesso qualche sbaglio.
Se si è consapevoli di non avere grande dimestichezza con la grammatica e, in generale, con la lingua italiana, ci si può avvalere del supporto di un amico, di una terza persona che ci aiuti a rivedere e correggere la lettera.
Una presentazione sgrammaticata indispone chi legge, così come una punteggiatura errata. Ad esempio, evitare di scrivere frasi lunghe ed eccessivamente articolate. Ricordate: soggetto + verbo + complemento e mettete un punto. Un discorso spezzettato in piccole frasi semplici e grammaticalmente chiare risulta più facile da comprendere e più gradevole da leggere, rispetto a un inutile e spesso autolesionistico sfoggio di capacità di scrittura.
A volte, a seconda del tipo di lavoro per cui ci si candida, potrebbe essere opportuno o, addirittura, richiesto l’invio di una lettera di presentazione in lingua inglese. Molti entrano nel panico, ma si tratta di scrivere nel modo semplice sopra riportato una “Cover Letter”. Evitare il più possibile una traduzione letterale della lettera di presentazione scritta in italiano, perché la cattiva figura sarebbe pressoché assicurata. Anche in questo caso, il consiglio è di utilizzare frasi brevi e semplici, corrette grammaticalmente e sotto il profilo ortografico. L’obiettivo di chi legge è di capire se il candidato è in grado di esprimersi nella principale lingua straniera, non se sia un romanziere britannico. Per le formule di apertura e di chiusura, si può sempre fare riferimento a un modello di “Cover Letter” trovabile sul web facilmente.
Come si conclude una lettera di presentazione? Con “In attesa di un Vostro riscontro, Distinti Saluti, Dott./Sig. XXXXX”.
Se è richiesta una foto da allegare al CV e alla lettera, è opportuno inviarne una “professionale”, nel senso che bisogna evitare di allegare un’immagine di sé distesi sulla spiaggia o in una situazione estranea a un ambito di tipo “serio” (tipo, al pub, in disco, etc.).
Infine, in calce alla lettera bisogna autorizzare il destinatario al trattamento dei dati personali.