Questa guida descrive il modo in cui si sono evolute le sedie, da quelle più antiche a quelle moderne. Nei primi paragrafi sarà analizzata, in particolare, la storia di questo importante oggetto d’arredamento con la spiegazione delle caratteristiche fondamentali di ogni stile, mentre nell’ultimo paragrafo saranno forniti consigli su come acquistare e curare una sedia d’antiquariato.
Le origini delle sedie
Le informazioni sulla storia di questo ormai comune oggetto d’arredamento derivano soprattutto dall’osservazione di antichi reperti archeologici, principalmente monumenti, dipinti e sculture, rinvenuti nei siti archeologici e conservati, ancora oggi nei più importanti musei mondiali. Dall’osservazione di questi reperti si evince che i primi popoli a utilizzare le sedie furono gli Egizi. La popolazione, in particolare, utilizzava sedie con lo schienale abbastanza alto, sul quale poggiava solitamente un cuscino o delle pelli, e senza braccioli, i quali sono testimoniati dall’Antico Regno. Questo tipo di sedie erano relativamente basse perché per gli egizi la posizione più naturale era quella accovacciata. Le sedie destinate ad abbellire il palazzo del faraone, invece, erano più raffinate: realizzate in avorio o in ebano, con legno intagliato e dorato, erano generalmente coperte con stoffe pregiate e avevano le gambe intagliate a forma di zampa di animale. Le gambe delle sedie potevano, inoltre, essere decorate con figure umane, piante o altri animali. Al trono del faraone erano destinate, invece, sedie a forma cubica.
Il fregio di Zeus sul Partenone di Atene, invece, fornisce ottime informazioni sulle sedie utilizzate nell’antica Grecia mostrando un esempio di klismos, una sedia dotata di quattro gambe e la spalliera curva. Questo tipico esempio di sedia greca poteva essere abbellita con varie figure tra le quali sfingi alate e animali. Le sedie utilizzate ai tempi dell’antica Roma, invece, erano generalmente in marmo e anch’esse variamente decorate. Esse prendevano il nome di “sella” e ve ne erano diversi tipi. La più prestigiosa era la “sedia curule”, una sedia pieghevole riccamente decorata con figure in avorio. Di origini etrusche, essa era riservata al re di Roma e, soltanto in seguito ai magistrati. Elette a simbolo del potere giudiziario i magistrati abitualmente le portavano con sé, insieme agli altri simboli del loro potere. Tra le altre sedie molto utilizzate in questo periodo c’era la sedia da campo, chiamata “castrese”, molto leggera e semplice nella forma e la “cattedra”, realizzata in pietra o bronzo e dotata di braccioli e schienale. Gli Etruschi, in ultimo, utilizzavano sedie dotate di una seduta a forma circolare e la spalliera curva.
Dallo stile medievale a quello rinascimentale
Tipiche sedute del Medio Evo erano la panca, caratterizzata da un’asse orizzontale lunga e stretta fissata a due sostegni verticali, e lo sgabello pieghevole. Le panche, relativamente semplici, erano dotate spesso di schienale per consentire una maggiore comodità. Gli sgabelli, invece, erano formati generalmente da due gambe sagomate, tenute da una traversa. Essi erano spesso privi di schienale ma, a volte, dotati di spalliere intagliate e recanti il simbolo della famiglia di appartenenza. Appartengono a questo periodo le “savonarole” e le “dantesche”, sedie di maggior pregio e destinate, quindi, ad abbellire le dimore di proprietari facoltosi.
Rivisitazioni di questo tipo di sedie d’antiquariato sono visibili ancora oggi. Le prime, in particolare, erano caratterizzate da due file di asticelle incrociate, montate sul bracciolo e sulla base, tenute ferme da uno schienale. Lo schienale in genere era modellato, in modo da consentire una maggiore comodità, e abbellito da varie decorazioni. Le dantesche, invece, erano dotate di quattro assi a forma di S tenute al centro da un perno. La seduta e lo schienale erano generalmente coperti con del velluto il quale era fissato al legno con appariscenti fermagli di metallo. Nel corso del tempo le forme si modificarono. Lo sgabello, in particolare fu sostituito dallo “scanno”, o cassapanca: una sorta di mobile-contenitore dotato di un ampio schienale, spesso abbellito da intagli.
La sedia come noi la conosciamo inizia a diffondersi nel corso del Rinascimento, periodo in cui il suo uso diventa capillare. Le sedie più povere in questo periodo sono generalmente impagliate e dotate di quattro gambe arrotondate o quadrate; quelle più pregiate sono realizzate in legno e dotate di uno schienale alto riccamente decorato a giorno. Altra tipologia di sedia d’antiquariato caratteristica di questo periodo è la “sedia Andrea del Sarto”, raffigurata in un dipinto del noto pittore. Questa sedia era dotata di tre o quattro gambe, un sedile a forma semicircolare e uno schienale curvo collegato alla seduta con una serie di assicelle. Molto diffusa nel Rinascimento era anche la “sedia dei frati”, dotata di braccioli intagliati, sedile e spalliera in cuoio, il quale era fissato alla struttura con borchie di metallo.
Lo stile seicentesco e settecentesco
Alcuni degli elementi caratteristici delle sedie in stile barocco sono l’andamento dinamico e armonioso del disegno, il quale ha come suoi punti di forza i numerosi ornamenti a intaglio tipici dei braccioli, che in questo periodo terminano spesso con il classico ricciolo della foglia d’acanto. Le gambe, invece, sono spesso incrociate al centro e ornate, nella parte frontale, con strutture traverse abbellite da motivi vegetali a intaglio. Questi elementi conferiscono alle gambe della sedia la tipica forma ondulata a S (chiamata a “osso di montone”), a C, oppure a C doppia. Tra le altre caratteristiche tipiche delle sedie in stile barocco c’è lo schienale incurvato verso l’esterno e l’imbottitura delle sedie e dei sedili che, in mancanza di tappezzieri professionisti, era affidata ai sellai. In questo periodo, quindi, è data maggiore importanza alla comodità: ben presto, infatti, le sedie imbottite iniziano a trasformarsi in vere e proprie poltrone, rivestite con tessuti pregiati fissati alla struttura con borchie di metallo e dotate di decori a intaglio.
Dall’Italia, inoltre, nel corso del Seicento inizia a diffondersi la moda della doratura delle parti in legno delle sedie. Con l’avvento del Rococò i piedi e le gambe tendono a incurvarsi assumendo, i primi, forme ricciolute, mentre le seconde, ondulate. Anche l’uso della traversa sulla parte frontale delle gambe viene meno: assume forme più sottili, con intarsi più leggeri rispetto a quelli seicenteschi.
La sedia settecentesca, invece, ha diversi caratteri distintivi. Tra i principali: l’incurvatura delle gambe, che tendono ad assumere la forma “a capriolo”, il ridimensionamento dello schienale e del sedile i quali tendono a essere realizzati con forme piuttosto ondulate. Sedie di riferimento in questo periodo sono le Luigi XV e XVI, dall’aspetto dorato oppure smaltate con colori pastello, gambe incurvate a capriolo e dotate di stupende imbottiture realizzate con tessuti pregiati abbelliti con motivi floreali o in stile cinese. La sedia, in questo periodo, diventa uno degli oggetti d’arredamento più importanti tanto che ne sono create tenendo conto di tutte le possibili esigenze. Nascono in questo periodo, infatti, le famose “sedie ad angolo” in grado di arredare anche i più piccoli spazi.
Lo stile ottocentesco e novecentesco
Nell’Ottocento la tendenza prevalente fu un ritorno al classicismo delle linee rette e semplici piuttosto che curve e l’adozione di nuove forme decorative. Tipici, infatti, gli schienali abbelliti con forme di anfore o lire intagliate, le gambe sfilate con sottili scanalature e, soprattutto quelle posteriori, incurvate a faretra oppure a sciabola. Anche l’imbottitura si modifica grazie all’uso di materiali più sobri decorati con semplici motivi a bande colorate. Tra le rappresentanti di questo stile vi è la sedia Trafalgar dotata di gambe posteriori incurvate a sciabola, sedile incannicciato con cuscino estraibile, braccioli a forma di voluta e schienale abbellito da una traversa a forma di nodo marinaro. Lo sviluppo della produzione industriale determinò un incremento nella produzione di sedie, realizzate con ogni tipo di materiale in modo da rispondere alle esigenze economiche e artistiche di numerosi possibili acquirenti. Per quanto riguarda i materiali di costruzione, le sedie più pregiate erano realizzate in legno massello di mogano, mentre quelle destinate all’uso comune erano prevalentemente in noce o in tasso. Gli stili, quindi, si mescolano dando vita a creazioni basate sulla rivisitazione di modelli risalenti ai secoli precedenti, soprattutto del Quattrocento e del Cinquecento.
La sedia che meglio rappresenta questo periodo storico è la Tonet, che prende il nome dal suo creatore Michel Tonet. Ciò che la caratterizza sono i legni incurvati grazie all’uso del vapore, i sedili incannicciati o rivestiti con stoffe abbellite da motivi floreali, elementi che la rendono molto utilizzata ancora oggi nei caffè e nei locali arredati in stile Belle-Époque.
La produzione della sedia, oggetto diventato ormai di uso comune, con il tempo si concentra sempre di più sulla comodità e favorendo, in questo modo, la loro larga diffusione. Sono quindi favorite le imbottiture mentre è abolito l’uso del legno scuro tipico, invece, delle sedie più monumentali e raffinate tipiche dei secoli precedenti. Nel Novecento lo stile delle sedie e dell’arredamento in generale diventa materia prima di designer famosi. La gamma dei materiali disponibili per la realizzazione delle sedie si amplia ancora di più ed esse tendono a diventare sempre di più l’espressione dell’estro creativo di brillanti artisti.
Come scegliere e curare sedie d’antiquariato
Se si ha intenzione di acquistare o vendere una sedia d’antiquariato o, in generale, un mobile d’antiquariato, internet è molto utile perché contiene numerosi siti da consultare per avere un’idea dei prezzi sul mercato. Nell’acquisto di una sedia d’antiquariato, è importante tener conto che essa non è una sedia “vecchia”: deve essere integra e in grado di sostenere il peso del corpo. Prima dell’acquisto, comunque, è consigliabile rivolgersi a diversi negozi d’antiquariato per avere un’idea media dei costi. Gli antiquari sapranno, inoltre, fornire ottimi accorgimenti sulla scelta della sedia più adatta in base all’arredamento della casa e ai gusti personali. Un altro buon consiglio, sia se si ha intenzione di acquistare e sia vendere una sedia d’antiquariato, è di aver pazienza: non bisogna, infatti, fermarsi alla prima valutazione perché si rischia di subire fregature.
Una volta acquistata una o più sedie d’antiquariato è importante tenerla/e in buono stato. Sono pochi gli accorgimenti utili per mantenere sano il legno della sedia. Il primo è non esporla alla luce diretta del sole, soprattutto nei mesi caldi, o a correnti d’aria secche. In inverno, poi, bisogna aerare il locale in cui è posta la sedia e aver cura di tenere la temperatura sotto i 20 °C. Se non è possibile, è importante umidificare il locale in modo che il legno della sedia non si secchi eccessivamente. Per quanto riguarda la pulizia si possono utilizzare cere specifiche per il legno. Se si usa un prodotto spray, non bisogna indirizzare direttamente il getto sul legno piuttosto su un panno di cotone. Non devono essere usate, poi, cere contenenti silicone. Con l’arrivo della primavera è importante controllare la salute della sedia d’antiquariato prestando attenzione alla presenza di tarli e, nel caso si notassero nuovi buchi sulla superficie del legno, è importante chiedere consiglio a un restauratore. Egli dovrà essere contattato anche nel caso in cui la sedia sia preda di danni accidentali. Attenzione, infine, alle bevande alcoliche perché se versate accidentalmente sulla sedia d’antiquariato, potrebbero rovinarla irrimediabilmente.